Incontro Amici dell’Oratorio

In occasione dell’Incontro degli Amici dell’Oratorio della Federazione dell’Italia Settentrionale che si tiene quest’anno presso la Congregazione di Mondovì, il P. Procuratore Generale presiede la S. Messa nella chiesa oratoriana, che recenti lavori di restauro hanno riportato all’antico splendore. Ricordando che il prossimo anno, 2013, si compiranno quattro secoli dalla fondazione in terra piemontese della prima Congregazione filippina – Casale Monferrato –, traendo spunto dalla odierna festa dell’evangelista san Marco e dall’opera di evangelizzazione della Chiesa lungo i secoli, il p. Procuratore Generale, ha presentato nell’omelia la figura del ven. Giovanni Battista Trona, illustre membro della Congregazione Monregalese, le cui spoglie mortali si venerano nel sepolcro presso il presbiterio.

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Anniversari di Sua Santità

Il P. Procuratore Generale si fa interprete della Famiglia Oratoriana nel porgere al Santo Padre Benedetto XVI i più figliali auguri in occasione del Genetliaco e del prossimo VII anniversario della Elezione alla Cattedra di Pietro (19 aprile) ed assicura a Sua Santità il fervido ricordo nella preghiera.

60.mo di S. E. mons. De Magistris

Il P. Procuratore Generale trasmette a Sua Eccellenza Rev.ma mons. Luigi De Magistris, Pro-Penitenziere Maggiore emerito – ora residente a Cagliari, sua diocesi di origine – i più fervidi auguri nel giorno del suo 60.mo di Ordinazione sacerdotale. Riportiamo il messaggio augurale inviato a Sua Eccellenza.

Via Crucis con P. G. Frassati

Il P. Procuratore Generale presiede presso il Policlinico romano “Umberto I” la Via Crucis di un gruppo di giovani che si preparano alla Giornata mondiale della Gioventù ricordando il beato Pier Giorgio Frassati nel giorno del suo compleanno che cade, quest’anno, nel Venerdì santo.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha scritto, infatti, nel suo Messaggio: «Potrebbe rimanere nel nostro cuore la domanda se veramente è possibile vivere nella gioia anche in mezzo alle tante prove della vita, specialmente le più dolorose e misteriose, se veramente seguire il Signore, fidarci di Lui dona sempre felicità. La risposta ci può venire da alcune esperienze di giovani come voi che hanno trovato proprio in Cristo la luce capace di dare forza e speranza, anche in mezzo alle situazioni più difficili. Il beato Pier Giorgio Frassati (1901-1925) ha sperimentato tante prove nella sua pur breve esistenza, tra cui una, riguardante la sua vita sentimentale, che lo aveva ferito in modo profondo. Proprio in questa situazione, scriveva alla sorella: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà forza sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro… Lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via seminata sia pure di molte spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori” (Lettera alla sorella Luciana, Torino, 14 febbraio 1925). E il beato Giovanni Paolo II, presentandolo come modello, diceva di lui: “era un giovane di una gioia trascinante, una gioia che superava tante difficoltà della sua vita”» (Discorso ai giovani, Torino, 13 aprile 1980)» (Benedetto XVI, Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù, 1 aprile 2012, §6).

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Missa Chrysmatis

La Procura Generale trasmette a tutte le Congregazioni Oratoriane l’OMELIA DEL SANTO PADRE pronunciata nella Messa crismale di questa mattina nella Basilica di S. Pietro.


Cari fratelli e sorelle!
 

In questa Santa Messa i nostri pensieri ritornano all’ora in cui il Vescovo, mediante l’imposizione delle mani e la preghiera, ci ha introdotti nel sacerdozio di Gesù Cristo, così che fossimo “consacrati nella verità” (Gv 17,19), come Gesù, nella sua Preghiera sacerdotale, ha chiesto per noi al Padre. Egli stesso è la Verità. Ci ha consacrati, cioè consegnati per sempre a Dio, affinché, a partire da Dio e in vista di Lui, potessimo servire gli uomini. Ma siamo consacrati anche nella realtà della nostra vita? Siamo uomini che operano a partire da Dio e in comunione con Gesù Cristo? Con questa domanda il Signore sta davanti a noi, e noi stiamo davanti a Lui.

“Volete unirvi più intimamente al Signore Gesù Cristo e conformarvi a Lui, rinunziare a voi stessi e rinnovare le promesse, confermando i sacri impegni che nel giorno dell’Ordinazione avete assunto con gioia?” Così, dopo questa omelia, interrogherò singolarmente ciascuno di voi e anche me stesso. Con ciò si esprimono soprattutto due cose: è richiesto un legame interiore, anzi, una conformazione a Cristo, e in questo necessariamente un superamento di noi stessi, una rinuncia a quello che è solamente nostro, alla tanto sbandierata autorealizzazione. È richiesto che noi, che io non rivendichi la mia vita per me stesso, ma la metta a disposizione di un altro – di Cristo. Che non domandi: che cosa ne ricavo per me?, bensì: che cosa posso dare io per Lui e così per gli altri? O ancora più concretamente: come deve realizzarsi questa conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve; non prende, ma dà – come deve realizzarsi nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi? Di recente, un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero – ad esempio nella questione circa l’Ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore. La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove – per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via? Si può percepire in questo qualcosa della conformazione a Cristo, che è il presupposto di un vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?

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