Professione Suore S. Filippo

Il P. Procuratore Generale partecipa a Firenze alla celebrazione, presieduta nella cappella della Casa madre delle Suore di S. Filippo da S. E. R. mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, per la professione perpetua di alcune religiose.

Nomina di mons. G. Lingua

Nell’apprendere che il Santo Padre Benedetto XVI in data odierna ha nominato Nunzio Apostolico in Giordania e in Iraq il Rev.do Mons. Giorgio Lingua, finora Consigliere di Nunziatura, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Tuscania, con dignità di Arcivescovo, il P. Procuratore Generale invia al Prelato le felicitazioni della Confederazione e sue personali, ricordando, in particolare, la gradita presenza di mons. Giorgio Lingua (nella foto il primo da sinistra), originario di Fossano e presbitero di questa Chiesa, alle celebrazioni centenarie del beato G. Giovenale Ancina.

Centenario del Beato Vaz

Riportiamo le notizie apparse su “Asia News” del 31 agosto:

Colombo (AsiaNews) – “Il Beato Joseph Vaz è stato il nostro Apostolo. E’ stato un pioniere per la storia del nostro Paese e per la fede cristiana. E’ considerato il secondo fondatore della Chiesa cattolica. Infatti, dopo la persecuzione olandese, che è durata 150 anni [nel 17° secolo l’isola fu dominata dagli olandesi, protestanti, che operarono una sistematica persecuzione contro i cattolici, esito anche della precedente presenza portoghese], senza di lui non avremmo avuto nemmeno un sacerdote”. Il vescovo Vianny Fernando, presidente del Segretariato nazionale Joseph Vaz, ha così presentato un film sulla vita del Beato Vaz, il 25 agosto presso l’auditorium della Caritas-Sri Lanka a Colombo. 

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Beato Giovenale Ancina

Celebrando la memoria liturgica in S. Maria in Vallicella, il P. Procuratore Generale mette in risalto l’amicizia del Beato con san Francesco di Sales e sottolinea la devozione che verso entrambi nutrì il prossimo beato John Henry Newman. Sottolinea, in particolare, la dimensione orante del discepolo di Padre Filippo: una preghiera fortemente concentrata che è certamente frutto della Grazia, ma di impegno personale. 

A Saluzzo si riferisce di questa sua concentrazione attraverso il racconto dell’orazione davanti al quadro della Madonna delle Grazie, venerato oggi nella chiesa detta dei Cappuccini. Tale concentrazione non gli consentiva di sentire le ripetute chiamate dell’arcidiacono. Le deposizioni riferiscono di due ore mattutine di meditazione, ogni giorno. Scrive il Bacci: “ L’amore che portava a questo santo esercizio della meditazione, lo faceva per conseguenza amico della solitudine, come che la solitudine è indivisa compagna della contemplazione”.

L’Ancina rispondeva alla Parola di Dio con il raccoglimento abituale, come insegnava anche ai novizi dell’Oratorio: “O figlioli, alzate spesse volte la mente a Dio, perché non v’è gusto al mondo maggiore i questo” (Bacci).  Questa continua unione con Dio veniva percepita e trasfusa alle persone che egli accostava; basti la testimonianza dell’amico san Francesco di Sales: “Confesso ingenuamente che il più delle volte dalle sue lettere, delle quali, per l’amore che mi portava, spesso mi favoriva, sono stato grandemente infiammato all’amore delle virtù cristiane” (Bacci).